Cinque morti dal 2018 al 2020 di legionella, contratta durante la degenza al Policlinico. Una bufera si abbatte sulla sanità pugliese: la procura di Bari ha disposto stamane il sequestro dei due più importanti padiglioni del Policlinico, il Chini e Asclepios, quello che fino a qualche settimana fa era il Covid Hospital pugliese.
E ha chiesto l’interdizione per l’intero management per il secondo più grande ospedale pugliese: il direttore generale Giovanni Migliore, il sanitario Matilde Carlucci, quello amministrativo Tiziana Di Matteo, il vice direttore sanitario Giuseppe Calabrese e il capo dell’area tecnica, Claudio Forte.
Secondo l’inchiesta cinque persone sono morte di legionella, batterio che era presente all’interno delle tubature dell’ospedale. Il primo nel luglio del 2018, l’ultimo il 7 agosto del 2020. Ciò nonostante – secondo l’accusa dei pm Grazia Errede e Alessio Coccioli, in un’inchiesta controfirmata anche dal procuratore reggente Roberto Rossi – il management del Policlinico non avrebbe preso le contromisure necessarie “in materia di prevenzione” adempiendo alle linee guida previste. L’ospedale non chiuderà: è stata concessa la facoltà d’uso.
Lo scorso settembre si erano verificati altri episodi di legionellosi.
Controlli in corso alla clinica di Medicina Interna “Frugoni” sui valori di legionella nell’acqua: lo comunica il Policlinico di Bari. Al momento non c’è nessun caso ma per precauzione 6 pazienti sono stati trasferiti. A seguito dei controlli effettuati sulle acque dei reparti “è stato necessario – spiegano dal Policlinico di Bari -avviare degli approfondimenti.
Le verifiche incrociate di Arpa e Policlinico di Bari, infatti, riportano valori di legionella differenti e proprio sui valori anomali è necessario svolgere ulteriori esami. Onde evitare rischi per i pazienti, in via precauzionale, dunque, sono stati avviati interventi tecnici sull’impianto idrico: le procedure, tuttavia, non possono essere eseguite in presenza di degenti”.
Fonte: La Repubblica